Per tre stagioni il progetto Sailing into the Future. Together ha permesso a IBSA di seguire il vento e il mare vivendo, attraverso Alberto Bona, avventure lontanissime dalla nostra quotidianità. La Transat Québec Saint-Malo è stata una regata ricca di imprevisti e suspense ma anche di incontri molto emozionanti con una variegata fauna marina.
Due giorni prima del via, infatti, gli organizzatori hanno convocato gli equipaggi per discutere il tema della salvaguardia delle balene, imponendo nuove regole di comportamento a bordo. Per questo motivo ogni barca è stata dotata di un cartello illustrativo per riconoscere i diversi tipi di cetacei, con la preghiera di avvisare l’organizzazione in caso di avvistamento e rallentare la velocità per evitare collisioni. Ben più di una mera misura di sicurezza, questo nuovo approccio ha evidenziato un chiaro messaggio: le balene sono nel loro habitat naturale, mentre i regatanti sono ospiti che attraversano il loro territorio e pertanto lo devono fare con il massimo rispetto.
A 350 miglia dalla Groenlandia, Alberto Bona ha vissuto un incontro straordinario: decine di balene pilota hanno giocato con il Class40 IBSA accompagnandolo e saltando lungo la sua scia. Più a sud, nel Canale della Manica, Alberto Bona ha incontrato maestosi capodogli, che hanno mostrato brevemente la loro imponenza per poi scomparire sotto le onde. Fortunatamente, durante la regata nessun velista ha registrato scontri accidentali con la fauna oceanica – un avvenimento che sarebbe stato pericoloso tanto per i cetacei quanto per le barche – né attacchi volontari da parte degli animali. In passato è capitato, per esempio, che le orche, in particolare nello stretto di Gibilterra, avessero attaccato come misura difensiva le imbarcazioni in navigazione.
La Transat Québec Saint-Malo, con i suoi colpi di scena, ha riportato la navigazione alla sua essenza: un connubio di avventura e relazione tra esseri umani e natura. In quest’oceano immenso, le balene ci ricordano quanto sia fragile il nostro ecosistema, ci parlano della forza ma anche della vulnerabilità della natura, un monito innegabile alla necessità di rispettare e prendersi cura dell’ambiente nella sua interezza.