Lo skipper del progetto Sailing into the Future.Together ripercorre con noi la prima parte della sua Route du Rhum.
Chi ben comincia…
Ripensando alla partenza di questa Route du Rhum 2022, Alberto la definisce “buona e ben calcolata”. La strategia scelta prima del via gli ha permesso di trovarsi in un’ottima posizione rispetto al resto della flotta e di posizionarsi fin da subito nel gruppo di testa. A guastare questa spensieratezza, ma solo per qualche ora, c’è stata l’incognita dell’errore del Comitato di regata che credeva fosse partito in anticipo, salvo poi correggersi. Poco dopo la partenza, ecco l’incredibile emozione alla vista di Cap Frehel, che gli gioca un piccolo scherzo: “Ho avuto il dubbio di non aver preso il cancello giusto e ho voluto fare una virata in più per sicurezza”. Qualche posizione persa, insomma, ma ben presto recuperata.
Poi la lunga bolina, che lo ha messo a dura prova. Vivere in mare per dieci giorni su una barca che deve essere portata costantemente sbandata non è semplice, soprattutto quando le condizioni meteo, invece che migliorare come da previsioni, peggiorano. A complicare ulteriormente le cose, le difficoltà dovute alle avarie: a causa di un guasto alla stazione del vento, il pilota automatico non ha mai funzionato come previsto; e un incidente durante una delle notti in cui Alberto lottava con la bolina gli ha causato un taglio sopra il sopracciglio.
Dopo una lunga serie di perturbazioni, finalmente un po’ di pace, durante quello che Alberto definisce “il momento più divertente della regata”: l’alta pressione, gli alisei, la temperatura che man mano si fa più mite… “tre giorni spettacolari con notti serene e cielo stellato”. Dal punto di vista della regata, però, è anche il momento in cui Alberto, dopo una prima ripresa, perde definitivamente il gruppo di testa, assestandosi in ottava posizione.
È questo un momento molto complesso per lo skipper, che però continua a lottare senza mai gettare la spugna. Qualche giorno dopo l’arrivo, da un porticciolo sull’isola di Guadalupa, dichiarerà sorridente: “Non ho mai pensato di mollare. Non è stato facile bilanciare il desiderio di ottenere un buon risultato e la volontà di concludere la traversata portando la barca al traguardo senza danni, ma credo di essere riuscito a dosare bene rischio e attenzione, trovando un compromesso tra il risultato sportivo e la riuscita del progetto con IBSA e il nostro Class40.”
E intanto, la Guadalupa si fa sempre più vicina. A presto per la prossima puntata!