Alberto ha cominciato in questi giorni a prendere le misure sul Class 40. Dopo tre anni di competizioni nella classe Figaro, ha effettuato i primi allenamenti al centro di La Trinité-sur-Mer dove si riuniscono gli atleti che competono in Class 40 per allenarsi insieme. I regatanti possono essere seguiti da questa importante realtà che si occupa di pianificare le regate in mare, in sessioni lunghe o corte, e gli allenamenti a terra. Il centro nasce per rispondere a una forte domanda di luoghi che formino gli atleti alla course au large, che gode di ottima popolarità in questo momento. Nel programma che viene proposto si organizzano diverse sessioni; il centro fa da ponte e da collante tra i regatanti e i preparatori per creare qualcosa di organizzato, ci si ritrova in mezzo al mare per navigare insieme. Nella vela oceanica la logistica è molto pesante, preparare la barca richiede il suo tempo e il centro nasce per aiutare gli skipper a organizzarsi insieme per condividere le esperienze e per permettere ai meno esperti di apprendere qualcosa da chi naviga in questa classe da tanti anni. Per Alberto sono state 24 ore intense, con obiettivi chiari.
Quali sono state le tue sensazioni sul Class 40 dopo la prima notte di Oceano?
È stata una navigazione di solo 24 ore, costiera e con condizioni meteorologiche tranquille. L’obiettivo dell’allenamento era di lavorare sulle manovre. Ci siamo riuniti davanti al porto di Lorient e siamo partiti tutti insieme su un percorso prestabilito dai nostri allenatori. Ho svolto molte manovre e ho provato belle sensazioni. La barca è semplice da far camminare e la cosa importante è scegliere le vele giuste. I pesi sul Class 40 sono importanti e ogni manovra va programmata in anticipo. I Class 40 sono molto piacevoli da navigare e molto veloci.
In che cosa si differenzia in particolare il Class 40 rispetto al Figaro?
Sono due barche molto diverse, progettate per obiettivi diversi. Il Figaro è una barca che nasce per regate costiere di 3, 4 giorni. È molto meno riparata, si è più esposti al mare, si sta molto bassi sull’acqua. È molto più piccola, gestibile, le vele sono più piccole. A livello fisico è una barca impegnativa per il tipo di regata che si fa. Nei percorsi costieri si tendono a fare molte più manovre, rispetto ai percorsi in mezzo all’Oceano. Il Class 40 è una barca molto più riparata, si naviga in un pozzetto profondo. Si fanno, normalmente, delle Transat, percorsi lunghi oceanici. Le manovre sono un po’ più lente, più lunghe da preparare e da effettuare. Si sale a livello di superficie delle vele, quindi le manovre sono più impegnative dal punto di vista del carico e degli sforzi fisici, ma se ne fanno molte meno rispetto al Figaro. Sono due barche completamente diverse. Il Figaro è più esigente, bisogna restare molto concentrati e seguire bene le regolazioni. Il Class 40, una volta che hai regolato le vele, naviga molto bene anche con il pilota. È più adatto a fare lunghi bordi oceanici. Per concludere il Figaro è più agile, più manovrabile, il Class 40 invece è una barca che va molto più forte ed è progettata per percorrere lunghe distanze.
Come funziona l’adattamento alla nuova classe, dopo tre anni di competizioni in Figaro?
Il Figaro è una grande scuola. Ti dà le basi per poi poter applicare queste conoscenze a tutte le classi. È stato molto importante per me perché mi ha permesso di colmare delle lacune e di lavorare su diversi aspetti. Il Figaro è una flotta di alto livello, si lavora sui dettagli, è una classe sportiva molto vicina alle classi olimpiche. Ti insegna un processo di preparazione e di allenamento sugli aspetti psicologici e mentali, dovendo gestire il contatto diretto con i concorrenti. È una buona scuola per chi non arriva da un percorso olimpico, può servire per colmare alcune lacune dell’agonismo puro. L’allenamento in Figaro torna utile in qualsiasi altra classe di vela oceanica. Non sono necessarie particolari fasi di adattamento per navigare poi in Class 40, per le ragioni che ho spiegato.
Chi eccelle in Class 40 non eccelle per forza anche in Figaro, puoi spiegarcene la ragione?
Ci sono dei requisiti sportivi e tecnici che sono specifici della classe Figaro che non per forza possono essere applicati in una classe di vela oceanica pura. Si fanno dei lavori specifici tipici delle regate costiere che sono molto diverse rispetto a quelle in mezzo all’Oceano. Nella classe Figaro ci si prepara sulla meteorologia locale, con un approccio completamente diverso rispetto a quanto si fa in Class 40. L’aspetto decisionale, di preparazione strategica e tattica è completamente differente. Bisogna essere molto più veloci a prendere le decisioni, in Class 40 invece si naviga tenendo conto del quadro generale della macro meteorologia che è un po’ più semplice da gestire. Succede che chi vince la Vendée Globe può non essere a suo agio nella classe Figaro, ma chi è a suo agio nella classe Figaro è facile che si adatti velocemente alla competizione in Class 40.
Scegliere il Figaro è stato un po’ mettersi in una classe ostile alle tue caratteristiche. Sei l’unico italiano che ha scelto questa classe, cosa ti porterai dell’esperienza del Figaro sul Class 40?
Il metodo sicuramente. Il metodo alla preparazione di una regata, come ad esempio La Solitaire du Figaro, mi sarà molto utile. Per preparare una regata come quella si deve lavorare su ogni dettaglio, ci si deve allenare molto e bisogna saper gestire bene le priorità e il proprio tempo. Il livello di agonismo nel Figaro è molto elevato, la metodologia nella preparazione si adegua a questa esigenza. Il Figaro è stato importante perché mi son dovuto fare le domande giuste per poter migliorare. Andavo in un terreno di competizione di alto livello che mi ha obbligato a prendermi cura di certi aspetti su cui non avevo abbastanza lavorato in passato. La scelta è stata sensata, mi sono chiesto: “Dove posso andare per imparare di più per quello che poi voglio fare dopo?” Nel Figaro con budget ridotti si naviga tanto e si esce in mare ogni giorno. Il Figaro è una barca semplice da gestire. Si possono fare tanti errori per poter poi migliorare, per questo l’ho scelta per prepararmi, in prospettiva, al Class 40.