Una regata per cuori forti, ancora tutta da giocarsi. Se la prima parte della seconda tappa della Transat Jacques Vabre, ovvero l’attraversamento del Golfo di Biscaglia, è stata una lotta di sopravvivenza contro le onde e il vento di bolina, la seconda parte, dalla costa portoghese in giù, è stata una prova di resistenza e di tattica.
Dopo il vento, infatti, è arrivata la bonaccia a rimescolare le carte, creando degli stop and go che hanno trasformato la regata del Classe40 IBSA e del gruppo di barche che erano in testa in un inseguimento.
Ma riprendiamo le fila dal 9 novembre alle 16:00. Il Class40 IBSA si trova in seconda posizione dietro ad Amarris di Achille Nebout con Gildas Mahé in piena bonaccia a 2 miglia di distanza, alla velocità di 1,3 nodi all’altezza dell’Algarve portoghese. C’è tempo per una doccia, per mangiare e riposare, verificare le condizioni della barca e fare il punto su quale sia la migliore strategia per affrontare l’approccio al way point dell’isola di Porto Santo, che si trova in un’area di pochissimo vento.
Il Class40 IBSA, che si mantiene nel gruppo di testa, prende la decisione coraggiosa di puntare a Est, alla ricerca del vento. Non mancano le conseguenze, perché si naviga in poca aria, allontanandosi dal way point e infilandosi in una rotta che punta alle isole Canarie. Il tracking è impietoso: la prua di IBSA punta verso la costa africana, la posizione in classifica scende vertiginosamente mentre le Canarie si avvicinano.
Non sono giorni e notti facili: Alberto Bona e Pablo Santurde del Arco “litigano” con l’impianto elettrico, hanno qualche piccola avaria che li tiene impegnati la notte impedendo il normale flusso dei turni, il vento è leggero e la testa della classifica si allontana. Indimenticabile l’appuntamento con il rilevamento delle 7 del mattino dell’11 novembre, secondo il quale il Class40 IBSA si trova a oltre cento miglia dalla testa della regata. Ma la vela è un gioco per cuori forti e menti strategiche, e pur soffrendo, Alberto Bona continua nella sua strategia: la rotta Est non vede compromessi, si continua con il piano preparato, quasi un atto dovuto.
La riscossa inizia la sera stessa, dopo le 19 dell’11 novembre: Alberto Bona stramba nell’aria a nord di Lanzarote, nelle Canarie, dove trova più vento. È notte quando Bona sceglie ancora il Sud, e passa nel canale tra Fuerteventura e Gran Canaria: alle 7 del mattino del 12 novembre il distacco si è ridotto di metà, il Class40 IBSA adesso è settimo a 65 miglia da Amarris, che ha scelto la strategia opposta, restando il più a Ovest possibile, con meno aria ma con meno miglia da percorrere, mentre un gruppetto di barche sceglie la strategia mediana, e si infila tra Gran Canaria e Tenerife.
L’Aliseo resta timido a 15 nodi per tutta la domenica e alle 17 arriva la strambata che tutti attendevamo: basta per il momento scendere a Sud lungo la costa africana. Il Class40 IBSA procede per strambate successive, con l’obiettivo di rimanere nel vento ma al contempo mettersi in una rotta più stabile verso la Martinica; il ritardo è ridotto a 16 miglia, mancano 2.416 miglia all’arrivo e davanti c’è di nuovo vento leggero con l’Aliseo che soffia umido tra i 12 e i 16 nodi, ma c’è ancora tanto da fare.
“Stiamo bene – commenta Alberto Bona – i bordi verso Sud sono stati molto interessanti, la nostra strategia è iniziata in Portogallo, e abbiamo fatto bene, via via le opzioni Ovest si sono rarefatte. Qui nessuno molla di un centimetro, ora si tratta di navigare bene sui buoni e gli scarsi, l’obiettivo è l’Aliseo più profondo, perché chi è rimasto alto, a Ovest, lo trova interrotto in più punti”.