Andrea Madaffari è il preparatore atletico di Alberto. Uno dei primi membri del suo team che è entrato in gioco per la preparazione del primo appuntamento importante del progetto IBSA – Sailing into the future. Together. Prima ancora della preparazione in mare, con il Mach 5, Alberto si sta preparando a terra, tutti i giorni.
Andrea è un veterano del settore e oggi si occupa di preparare giovani atleti della vela. Nel suo curriculum vanta due vittorie ai campionati del mondo, nel 1989 e nel 1991, e quattro partecipazioni alla Coppa America, tre da preparatore atletico e due da grinder, in un’occasione fece entrambi: nel 1987 con “Azzurra”, nel 1992 con il “Moro di Venezia”, nel 2002 e nel 2007 con “Mascalzone Latino”. È stato preparatore atletico nella squadra olimpica della Nazionale di vela, con la quale fece tutta la campagna di 4 anni, fino al 1996 per i Giochi di Atlanta. È stato velista di alto livello e oggi si dedica a tempo pieno alla preparazione degli atleti.
Abbiamo fatto una chiacchierata con lui su come si prepara fisicamente un velista in vista di una competizione.
Cosa significa preparare fisicamente un velista?
Molti non immaginano che cosa c’è dietro la preparazione di un velista. Intendiamo velista in modo generico, perché il mondo della vela è molto vasto. Si passa dalle derive senza bulbo che hanno una buona possibilità di scuffiare e quindi quegli atleti necessitano di una preparazione specifica. Ci sono le barche con grandi equipaggi, le barche con i foil di ultima generazione e si arriva infine alle barche come quelle di Alberto, nate e pensate per alte prestazioni nel tempo, che hanno una manovrabilità strutturata tecnicamente per permettere a un velista da solo di manovrare anche in condizioni estreme. La vela è un mondo complesso ed è difficile includere il velista in una categoria unica, parlando di preparazione fisica. È un po’ come immaginare un’analisi su come si preparano gli atleti che praticano atletica leggera. C’è chi corre, chi corre e salta, chi lancia, eccetera. La vela ha meno variabilità dell’atletica leggera, ma ha tipologie comunque diverse di sforzo necessario.
C’è una caratteristica che accomuna tutti i velisti?
Hanno una caratteristica, generalmente i velisti sono dei tiratori, quindi buona parte dell’attività del velista è mirata a tirare con più forza, più capacità, più resistenza e più salute. Dico con più salute, ed è un termine che userò spesso, perché il velista deve fare dell’attività compensatoria su tutti i gruppi muscolari. Un velista che non si allena e va solo in barca, tenderebbe ad allenare molto di più i muscoli che tirano avendo di fatto un’asimmetria muscolare.
C’è un criterio che guida la preparazione atletica? Come si raggiunge la performance ideale?
La preparazione è una preparazione da atleta. Si tiene sotto controllo lo stress dell’esercizio perché sia allenante, questi stress devono creare adattamento senza creare problemi. Se lo stress è troppo basso non c’è allenamento, miglioramento, se invece lo stress è troppo alto si rischiano infiammazioni. La difficoltà è trovare l’equilibrio per raggiungere la massima performance senza creare infortuni.